Seed Venture: verso la finanza decentralizzata e la tokenizzazione del capitale di rischio.

Intervista a SEED Venture redatta da Emanuele De Prato

Bio autore:

“Emanuele De Prato, laureato in Economia Aziendale/Manageriale e la passione per la tecnologia l’ha portato a concludere il suo percorso di specilizzazione in Management scrivendo una tesi su Seed Venture e i suoi casi d’uso, una piattaforma decentralizzata per la tokenizzazione degli investimenti Venture Capital”.

La sua intervista rivolta a Seed Venture per scoprire la natura del progetto, l’approccio alla finanza decentralizzata, monitoraggio degli investimenti e problemi d’illiquidità di mercato.

Seed Venture nasce nel 2017 dall’esperienza dei suoi fondatori che credono nell’ innovazione, tecnologia, capitale per l’impresa e il business. É una piattaforma open source basata su tecnologia blockchain, i cui strumenti permettono di finanziare nuovi progetti innovativi sin dalla prima fase (cd. “seed stage”).

SEED Venture rappresenta il luogo in cui investitori, incubatori e startup possono incontrarsi e interagire, minimizzando i rischi e condividendone gli obiettivi, dando spazio al potenziale dell’ecosistema, affinché nessuna buona idea debba andare sprecata.

Perché nasce il progetto SEED Venture? Da quale esigenza di mercato?

S – L’innovazione è articolata in ricerca e sviluppo, SEED Venture esiste per facilitarne lo sviluppo. L’innovazione è sviluppata dalle startup e dalle altre aziende che stanziano risorse a tale scopo. Se le aziende iniziano a trovare più conveniente comprare innovazione al loro esterno, come prevede in parte l’approccio della cosiddetta “open innovation”, le startup possono finire a sviluppare innovazione in esclusiva. Questa grande aspettativa non è stata sinora accompagnata da strumenti idonei al loro finanziamento e al loro affiancamento imprenditoriale. SEED Venture è questo strumento.

W – Perché abbiamo affiancato startup (sul campo), nel nostro paese di provenienza, e sono emerse le principali falle del venture business locale le quali, seppur con talune differenze, si ritrova in molti altri paesi EU e non: guardando all’Italia, sono state replicate male le pratiche internazionali con il tentativo di conciliare un confusissimo quadro di regole e definizioni talvolta “creative”. A questo ci aggiungiamo il fatto che spesso grandi aziende, ma anche il sistema di incubatori e acceleratori (italiani e non solo), ignorano cosa sia l’Open Innovation, che non significa offrire meri premi per startup, hackathon, programmi di accelerazione sponsorizzati. Un certo tipo di cultura non si improvvisa, e quindi diventa necessario proporre nuove soluzioni e nuovi meccanismi che superano tutti questi limiti. A questi si aggiungono anche quelli che derivano dalle attuali caratteristiche del venture business, ovvero che gli asset oggetto di investimento (equity delle startup) sono illiquidi ed ad alto rischio intrinseco di perdita. SEED Venture è nato sulla base di questo status quo del mercato.

Qual è la principale proposizione di valore del progetto? Cosa si offre agli utilizzatori?

W – SEED Venture intende far incontrare la domanda e l’offerta di capitali per l’innovazione, rendendo idealmente centrale il ruolo del proponente (di una o più startup), mediante un unico sistema peer to peer completamente libero e decentralizzato, perché basato su blockchain pubblica. Agli investitori (la domanda) viene data l’opportunità di partecipare agevolmente ad un mercato principalmente riservato ai professionisti (venture capitalist), di poter contare sulla facile liquidabilità di investimenti in asset oggi illiquidi, di poter partecipare liberamente ad un ecosistema trasparente ed immutabile (che innesca vera concorrenza tra proponenti) e di averne anche il controllo diretto di tutto quanto avviene in assenza della terza parte.

Le startup (l’offerta) hanno la possibilità di poter essere affiancate, o rappresentate, fin da subito da un partner industriale e qualificato, il proponente, che si uniforma idealmente agli stessi obiettivi dell’investitore senza metterci la pressione di questi ultimi alle startup, di ottenere con immediatezza il capitale raccolto e necessario per il progetto senza tempi di firme accordi, tecnici o semplificando “morti”, così come aumentare la possibilità di maggiore raccolta grazie ad un mercato secondario esistente e liquido che attrae maggiori investimenti.

In generale, la tecnologia sottostante abilita la creazione di un grande ecosistema distribuito che invita ad evolvere gli attuali modelli di business degli attori della filiera dell’innovazione, a tutto vantaggio dei partecipanti nel loro insieme.

SEED Venture rappresenta anche un motore integrabile a svariate tipologie di soggetti che propongo investimenti, operanti nel settore finanziario, dagli asset più innovativi e rischiosi (equity delle startup) a quelli più tradizionali quali possono essere il lending o il real estate.

La finanza alternativa sempre di più verso la decentralizzazione?

S – Malgrado la sporadica buona volontà, nessuna norma è in grado di generare innovazione, quelle scritte meglio possono solo evitare di ostacolarla, per quanto possibile. Le norme tendono, infatti, a essere scritte per ratificare l’esistente e per proteggere gli attori che vi operano.

Giacché l’innovazione va sempre a minacciare gli interessi consolidati, investire sull’innovazione equivale sempre a sfidare la norma. Per questo, l’investimento in innovazione è sempre una operazione ad alto rischio di perdita, a seguito di interventi normativi volti a proteggere gli interessi minacciati. La decentralizzazione mitiga gli effetti dei provvedimenti normativi, limitandoli alla giurisdizione che li adopera, perché impedisce che le attività decentralizzate possano essere fermate ovunque.

Questo permette alle giurisdizioni più liberali di guadagnare vantaggi competitivi e portano, in breve, al ripensamento di quelle più repressive.

La finanza è il settore più normato in assoluto e quindi quello in cui gli effetti descritti sono amplificati.

È quindi anche il settore che maggiormente e più rapidamente può giovarsi della decentralizzazione.

L’esplosione della finanza decentralizzata ne è la conseguenza.

W – In aggiunta a quando dichiarato da Sergio, dobbiamo considerare anche il fattore geopolitico, cioè di predominanza o influenza di Paesi forti rispetto a quelli che lo sono meno, Paesi che hanno creato meccanismi o sistemi (finanziari e non) accessibili sono in presenza di condizioni predefinite appunto dagli stessi. Ad es. nel continente africano il numero dei cosiddetti “unbanked” (cioè coloro che non possono aprire un conto corrente) è significativo. Attraverso la finanza decentralizzata, grazie ad un cellulare e una rete dati, chiunque ha il diritto di accedere a sistemi finanziari trasparenti ed essere in grado di scambiare valore, o di risparmiarlo in tutta sicurezza.

SEED Venture in risposta ai problemi di illiquidità e scarso monitoraggio degli investimenti.

W – Chi opera professionalmente (fondi venture / Angels) è consapevole che iI venture investing è caratterizzato da un altissimo rischio di perdita e un profilo temporale di ritorno non inferiore a 5-7 anni. Non a caso è comune da parte di questi soggetti professionali inserire all’interno degli organi di controllo di tali investimenti (startup) una figura che funga da presidio. Assistiamo però, nel corso dell’ultimo decennio, ad un crescente interesse a questo tipo investimenti sia da parte delle persone comuni, il cd. retail, che dell’investitore istituzionale. Il retail però non è in grado di affrontare rischi così elevati e un blocco del capitale investito per periodi così lunghi, inoltre non ha le necessarie competenze in termini di valutazione così come di affiancamento o di presidio, e spesso vi è anche l’impossibilità o complicazione nel parteciparvi a tali investimenti; per l’istituzionale le tematiche sono praticamente le stesse, viste nell’ottica del non essere strutturato o non avere la convenienza ad esserlo (sia in termini di dimensione dello stesso, di mercato e di potenziali limitazioni statutarie e/o normative limitanti). SEED Venture riteniamo sia la risposta, il cui meccanismo decentralizzato crea un mercato in reale competizione dove viene immediatamente offerta la distribuzione del rischio e facile liquidabilità degli asset (cosa oggi impossibile da applicare), ed il cui modello permette la centralità del proponente/affiancatore il quale colma tutte le lacune (o mancanze di economicità per il professionale) in termini di selezione, valutazione, affiancamento/supporto al successo ed nel cui ecosistema i molteplici interessi degli attori dell’ecosistema (investitori, proponenti/affiancatori e startup) convergono.

Perché in Italia si investe così poco in startup?

W – La risposta più comune, confrontando la dimensione del mercato rispetto agli altri Paesi, è quella culturale, ma è quasi un paradosso se pensiamo alla forte propensione imprenditoriale del Paese. In realtà fino ad oggi è manca la volontà di creare un tessuto favorevole al venture investing, considerando che basterebbe replicare concretamente le pratiche internazionali; allo stesso tempo, ad oggi, l’innovazione non è rappresentata da un ecosistema di filiera con una sana competizione, ma ogni soggetto si muove nel proprio ristretto ambito prettamente locale: il risultato è il cd. nanismo delle startup (quelle veramente dirompenti, poco dopo la nascita, sono già all’estero) e la ridotta attrattiva degli investimenti esteri in startup italiane perché queste non si presentano realmente pronte per scalare nel mercato globale, se non in pochi casi. Motivi di base pressochè identici anche per l’investitore italiano, frenato certamente anche dalla ridotta propensione a farlo rispetto ad altri Paesi.

Qual è il futuro degli investimenti in startup e dove si colloca il progetto SEED Venture?

W – Se andiamo a guardare i dati storici, il futuro degli investimenti in startup rimane sempre brillante: affrontato con un coretto bilanciamento del rischio, ha offerto nella maggior parte dei casi performance medie (tra perdite complete ed exit raggiunte) ben superiori alla maggior parte degli investimenti finanziari tradizionali, a parità di orizzonte temporale. SEED Venture è uno standard che offre la possibilità di partecipare liberamente in questo tipo di investimenti a chi oggi ne è tagliato fuori o non trova conveniente farlo. Allo stesso tempo è un potente motore, o strumento, per gli intermediari intenzionati a cogliere l’opportunità che la tecnologia sottostante offre grazie all’integrazione di SEED che, di fatto, rappresenta uno standard, implementando nuovi modelli di business altamente efficaci e remunerativi.

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